Ieri sono tornata dalla mia psic. Ormai ci vado una volta al mese, quindi sono sedute altamente condensate, nelle quali non posso concedermi il meta-lusso di divagare. Procedo serrata e guardo l’orologio, scandendo il tempo deputato ai due o tre argomenti che decido di affrontare. Pare un meeting di lavoro, più che una seduta di psicoterapia, e in effetti spesso diventa una riunione di aggiornamento sullo stato di avanzamento dei lavori, su di me, sull’eterno cantiere della sopravvivenza insomma. Questo, è ovvio, salvo cataclismi che cannibalizzano tutto il resto.
Di solito lei mi dice una o due frasi che mi tornano utili nelle settimane successive e procediamo così.
Ieri le ho parlato anche, sommariamente, dei nuovi progetti - sempre mediocri in termini di profitto - che mi risuonano dentro in questo periodo.
Il primo è un libro, ma boh, chissà, la mia agente è stata tiepida, il mio amico Giovanni anche di più, CCC dopo quasi 8 anni con me non ne può più della mia incontinenza verbale, della mia prolissità, delle mie subordinate, del mio frequente innamorarmi e disinnamorarmi delle cose. Pertanto il ProgettoNuovoLibro giace silente, nell’assenza di spazio mentale e raccoglimento, parcheggiato a decantare, come si fa col vino, rinviato a tempi migliori, per riassaggiarlo e sentire se è buono o se sa di tappo, chissà.
Il secondo progetto, invece, parte la prossima settimana e ne sono molto contenta. Proverò a spiegarlo attenendomi alla regola delle 5W che appresi in una precedente vita da addetta stampa.
WHAT?
FARE SALOTTO è ciclo di incontri, tra la merenda e l’aperitivo, durante i quali incontrarsi e conoscersi e parlare e comunicare mettendo in gioco i corpi e i significati che i corpi portano (restiamo vestite eh, tranquille, almeno per ora, ma non escludiamo conturbanti idee da sviluppare in futuro), prendendo spazio, divertendosi, creando reti, offrendo spunti, immaginando soluzioni, lamentandosi anche (chi sono io per privarvi dell’insulso sollievo della lamentela), insomma come quei francesi esistenzialisti che dibattevano nei caffé. Gli incontri avranno diverse formule, che non vi spoilero perché per ora grossa parte del progetto è ancora nella mia testa e in quattro cartelle Word condivise solo con Elisabetta e Ileana del Gené, che mi aiutano a realizzare l’impresa (i cognomi non li dico per la semplice ragione che non li so ancora).
WHEN
Il primo appuntamento sarà sabato prossimo, 8 marzo, dalle 17 alle 20.
WHERE
Al Gené, per l’appunto, uno spazio polifunzionale, come si suol dire, a Milano, in Piazzale Governo Provvisorio 4. Lo so. Non è ALL’ISOLA. Non è IN BRERA e neppure IN DUOMO o SUI NAVIGLI. È nel ridente quartiere di Turro, che ha una storia piuttosto interessante, ci si arriva con la linea rossa e affaccia su uno scorcio molto carino e poco inflazionato della città.
WHY
Perché credo che abbiamo bisogno di incontrare le persone nel mondo reale e parlare. Perché credo che abbiamo bisogno di decidere cosa è importante e tenere uno spazio e un tempo per i temi e le cause cui riconosciamo valore. Perché penso che sia giusto provare a creare più comunità che community.
WHO
Chiunque abbia voglia di parlare, o di ascoltare, o di ragionare insieme su alcuni temi collettivi che riguardano la vita di tutte e tutti, o di conoscere persone nuove, o di confrontarsi in uno spazio libero e rilassato, senza censura, senza ingerenze algoritmiche, bevendo un cocktail (o un succo di frutta se siete astem*). Non è un covo di feroci femministe (è possibile partecipare anche se ci si è sottoposte a depilazione permanente) e non evireremo gli audaci uomini che dovessero mai avere l’ardire di unirsi a noi. Ogni incontro avrà una parte di riscaldamento e conoscenza (insomma, i preliminari) e poi un affondo su un tema di volta in volta diverso.
Ciò che saremmo felici di creare, sono occasioni di dialogo e partecipazione, di risate ma pure di riflessioni. Anche per questo motivo, partiamo con un appuntamento molto sciallo, non cattedratico, niente performance, esibizioni, ospiti, reading, interviste. Questo nel mio file è il “Next to come”. Come next to come sarebbe portare Fare Salotto anche in altre città. Un passo per volta, mi hanno insegnato così. Quindi se volete fare il primo passo, sperando ce ne siano altri a seguire, qui trovate il link per registrarvi all’evento (i posti sono limitati). Se sabato prossimo non ci siete perché avete altri impegni, le scuole son chiuse, andate via per il weekend, non disperate. Ci rifaremo. Ma se ci siete, siateci!
DETTAGLI
Il biglietto per partecipare a questo primo incontro costa 12 euro, per drink, stuzzichini e 3 arricchenti ore in compagnia, almeno speriamo. Il tema del giorno sarà “Auguri un ca**o” poiché, inevitabilmente, parleremo anche della Giornata Internazionale della Donna.
A fine seduta, la psic mi ha salutata dicendomi che era felice di rivedere in me l'entusiasmo, anzi, la passione. Ha detto così. Passione, nel senso nobile del termine (il senso ignobile è che tutto ciò non produce reddito, ma questo è un altro discorso).
Ps: mettendo in pista questi nuovi progetti, a partire da metà marzo modificherò la frequenza di pubblicazione che - a mio avviso - è stata un pelo assillante in questi primi 4 mesi di newsletter (perdonatemi però, era tanto che non scrivevo, mi mancava molto il blog).
L’idea sarebbe un post alla settimana, invece di due.
Mi sembra un’offerta ragionevole.
Baci,
S.
Qui vi lascio una foto di quella volta in cui, molti anni e molti chili fa, organizzai un “Salotto” nientepopodimeno che a NEW YORK (emoji sorridente avvolta da cuoricini).
….a Bologna noi ci siamo (non è plurale majestatic) -:) ….
Se lo hai organizzato a New York allora posso sperare di vederti anche a Torino...